Racconti di Jueyun

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Racconti di Jueyun: Bestie di pietra
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Racconti di Jueyun: Palazzo sottomarino
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Racconti di Jueyun: Wuwang
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Racconti di Jueyun: Spiriti delle montagne
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Racconti di Jueyun: Qilin
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Racconti di Jueyun: Giada nascosta
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Racconti di Jueyun: Bestie di pietra
Racconti di Jueyun: Palazzo sottomarino
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Racconti di Jueyun: Spiriti delle montagne
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Racconti di Jueyun: Giada nascosta

Racconti di Jueyun: Bestie di pietra

Racconti di Jueyun: Bestie di pietra
Racconti di Jueyun: Bestie di pietraNameRacconti di Jueyun: Bestie di pietra
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Racconti di Jueyun
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DescriptionUna raccolta di storie popolari, miti e leggende di Liyue. Si legge tutta d'un fiato. Questo brano narra le leggende delle bestie di pietra.
— Bestie di pietra —
In tutta la vasta terra di Liyue vi sono delle statue di pietra. La maggior parte venne costruita dalla gente del posto per pregare per un clima favorevole e una pace durevole come i monti. Ma si dice che alcune abbiano una storia molto più antica.
Una storia riguardante le statue raffiguranti degli animali in particolare è molto amata dai pescatori del Fiume Bishui, dai raccoglitori di eulalia della Palude di Dihua e dai vecchi minatori. Si dice che, in alcuni angoli di Liyue, delle antiche bestie di pietra si risveglino nelle notti fredde di autunno e osservino un mondo che lentamente è diventato alieno ai loro occhi. Udendo il suono delle rane e degli insetti, rispondono loro con profondi versi malinconici che emettono dalle gole pietrificate. Vagano poi per Liyue, perlustrando ancora una volta la terra che un tempo proteggevano.
A quanto ne so, nessuno ha mai visto di persona una bestia di pietra muoversi. Tuttavia, la gente del posto, che conosce il territorio come le proprie tasche, ha a lungo osservato e accettato il fatto che le statue degli animali cambiano talvolta posa o ubicazione durante la notte. Tuttavia, gli avventurieri accampati nei paraggi e dal sonno leggero spesso dicono di aver sentito un suono nel bel mezzo della notte che ricorda lo scorrere dell'acqua, anche se molto più grave.
Per quanto riguarda invece l'origine di queste bestie di pietra, gli anziani del Villaggio di Qingce dicono che si tratti di creature molto intelligenti che un tempo si batterono al fianco di Rex Lapis nella Guerra degli Archon. Al termine della guerra, la pace tornò a regnare. Le creature, non più obbligate a difendere la gente, si ritirarono una dopo l'altra in terre distanti. Là vissero libere dalle preoccupazioni degli affari mortali.
Ma alcune di loro ricordavano con affetto i giorni di gloria in cui avevano servito sotto Rex Lapis, e si struggevano per gli anni in cui avevano protetto Liyue. Sebbene non fossero parte del regno dei mortali, non erano nemmeno immortali: anche per loro un giorno la vita sarebbe giunta alla fine. Implorarono dunque Rex Lapis di trasformare la loro carne effimera in pietra eterna. Il misericordioso Archon di Geo esaudì la loro richiesta.

Racconti di Jueyun: Palazzo sottomarino

Racconti di Jueyun: Palazzo sottomarino
Racconti di Jueyun: Palazzo sottomarinoNameRacconti di Jueyun: Palazzo sottomarino
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Racconti di Jueyun
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DescriptionUna raccolta di storie popolari, miti e leggende di Liyue. Si legge tutta d'un fiato. Questo brano è dedicato ad antichi racconti di fantasia.
— Palazzo sottomarino —
Il giorno era arrivato. Era tempo di andare a prendere la sposa.
Il Dio del mare aveva un aspetto maestoso mentre sedeva al centro della sua conchiglia gigante, in mano le redini dei suoi due serpenti marini. Le due creature, imponenti quanto il Monte Tianheng, erano ferme di fronte alla carrozza reale mentre il loro padrone accettava il dono di perle dagli anziani del villaggio e invitava la sua novella sposa a salire sulla carrozza. In cambio, il villaggio avrebbe ricevuto la benedizione del Dio del mare: un anno senza tempeste e tsunami.

La sposa venne portata in un palazzo sotto le onde, lontana da casa, dalle folle che festeggiavano il festival con allegria e dalla madre, rimasta tutta sola. Il Dio del mare la condusse lungo un corridoio fiancheggiato da immani colonne e formato dallo scheletro di una balena che portava a un sontuoso cancello adorno di perle brillanti e conchiglie iridescenti. La giovane sposa era infine giunta al palazzo che il Dio del mare aveva costruito per lei. Il palazzo che sarebbe diventato la sua nuova casa.
"Non provo alcun interesse negli affari della gente comune", giunse la voce del dio come increspature sull'acqua. Era il tentativo di un marito di consolare la sua sposa.
"Questo posto è stato la nuova casa di molte altre giovani, ed è diventato anche il luogo in cui hanno speso i loro ultimi giorni. Molte di loro vennero cacciate dal villaggio in cui erano nate. A loro l'oceano offrì un rifugio sicuro. Un luogo in cui riposare serenamente senza paura di essere disturbate. Un luogo da chiamare casa."

Ma questa giovane donna non desiderava una nuova casa decorata di perle sopraffine e conchiglie rare. Lo spettacolo incredibile del fondo dell'oceano e le creature che abitavano gli abissi non la riempivano di pace, ma di terrore. Il tempo passò e, più rimaneva nella sua splendida camera che non conosceva né alba né tramonto, più sentiva nostalgia di casa, e più si indeboliva.
Venne poi un giorno in cui il Dio del mare percepì quello che la sua giovane sposa stava provando. Sebbene rimase rattristato dalla sua scelta, le permise di fare quello che desiderava.
"Nel mondo corrotto degli umani verrà un giorno nella tua vita in cui ti pentirai di questa decisione." Il Dio del mare raccolse la conchiglia di una lumaca di mare che adornava la sua vita e la porse a lei come dono d'addio.
"Un giorno soffierai dentro questa conchiglia, ed essa risuonerà come un corno. Quel giorno, tornerai in questo luogo."

La giovane donna prese la conchiglia e tornò sulla terraferma. Gli anni passarono e presto divenne madre. Man mano che procedeva lungo la sua vita semplice e pacifica, il palazzo nell'oceano le sembrava sempre più un sogno d'infanzia. I panorami incredibili e le creature grottesche talvolta inondavano la sua mente sgorgando dalle profondità oscure dei suoi ricordi, ma ciò accadeva di rado, e lei li scacciava prontamente. Visse così per anni e anni. Finché, un anno, il festival cominciò ancora una volta e gli anziani del villaggio giunsero a casa sua. Erano venuti a strapparle sua figlia dalle braccia. Fu allora che finalmente la donna comprese perché il Dio del mare le aveva detto del suo rimorso e del suo ritorno tanti anni prima.
Alla vigilia del festival, soffiò dentro la conchiglia, che risuonò come un corno.
Il Dio del mare rispose alla sua chiamata, sollevandosi dalle onde dell'oceano per salutare il villaggio. Ma il suo abbraccio fu un'ondata possente che travolse il villaggio, uccidendo gli abitanti e i loro saggi nel sonno. Trainata da enormi serpenti marini, una colossale carrozza ricavata da una conchiglia si fermò di fronte alla donna, abbagliandola con le sue perle splendenti.
La madre prese per mano sua figlia e salì sulla carrozza del Dio del mare. Tutto era proprio come nei suoi ricordi d'infanzia, ma, questa volta, il villaggio che si lasciò alle spalle giaceva in rovina sotto alle onde del mare.

Racconti di Jueyun: Wuwang

Racconti di Jueyun: Wuwang
Racconti di Jueyun: WuwangNameRacconti di Jueyun: Wuwang
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Racconti di Jueyun
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DescriptionUna raccolta di storie popolari, miti e leggende di Liyue. Si legge tutta d'un fiato. Questo brano narra le origini della Collina di Wuwang.
—Wuwang—
Nascosta tra i picchi frastagliati del Monte Qingce vi è la Collina di Wuwang, un pendio dalla tangibile aura sinistra e in cui sono ambientati numerosi racconti sovrannaturali.
A Liyue gira voce che gli spiriti dei morti si annidino tra gli alberi della Collina di Wuwang. Girovaga intorno al villaggio fatiscente, vagando tra gli alberi avvizziti e il fogliame in putrefazione, e passano l'eternità a desiderare qualcosa che durante le loro vite è rimasto irrisolto. Spesso questi spiriti fluttuanti inducono gli ignari passanti ad allontanarsi dalla strada principale e ad attraversare i pericolosi sentieri di montagna, facendoli ruzzolare giù nel fiume o cadere vittime di mostri famelici.
La Collina di Wuwang prende il nome da questo fenomeno: nella lingua comune il termine "wuwang" significa "cautela" e si dice che questa collina sia "il luogo dove vengono puniti i cauti", poiché persino i viaggiatori meno avventati e impulsivi sono destinati a finire nella trappola della malignità che persiste in questo luogo come la nebbia nell'aria di montagna.
Sia gli innocenti abitanti di un villaggio che i visitatori sprovveduti sono vulnerabili agli inganni degli spiriti della Collina di Wuwang, i quali li attirano dentro boschi bui dove la nebbia offusca il sole e minacce sconosciute si annidano nell'ombra. Questi spiriti riescono a ingannare i mortali in molti modi diversi: alcuni assumono la forma del cordoglio o del lutto, altri del rimpianto. Imitano la voce e le sembianze di un defunto, di un amore scomparso, oppure di un conoscente rammaricato di non aver risolto una questione rimasta in sospeso col viaggiatore. Il visitatore non riesce a non ascoltare il pianto dello spirito e lo segue nelle profondità di Wuwang.
Tuttavia, la Collina di Wuwang non è sempre stata così. Fino a relativamente poco tempo fa, vi si potevano scorgere segni di vita. In passato, il villaggio ai piedi del pendio era calmo e tranquillo, i camini erano sempre fumanti e le lanterne non venivano mai spente. Oggi, quel villaggio è completamente abbandonato, gli edifici sono ormai dei ruderi e degli abitanti del villaggio non rimangono che i sussurri provenienti da un regno che trascende il nostro.
Una favola ricorrente tra i bambini del Villaggio di Qingce racconta che tutti i giovani della Collina di Wuwang, incantati dalla melodia simile al verso di una balena intonata da un lontanissimo mostro marino, si gettarono nel Fiume Bishui per inseguire false promesse e infantili sogni. Galleggiarono sul fiume e arrivarono al Mare di Nubi, dove divennero tutt'uno con le onde e si dimenticarono del bosco e del villaggio sulla collina... I loro sogni, invece, divennero parte della canzone del mostro marino.
Di generazione in generazione, molti giovani sparirono in questo modo, finché alla fine, ad abitare sulla Collina di Wuwang non rimasero che gli anziani, i quali, uno per uno, abbandonarono il mondo mortale tra sospiri addolorati. Le vivaci luci del Porto di Liyue, che rendono Rex Lapis felice e orgoglioso, brillavano ancora di più quando l'ennesimo villaggio di montagna trascurato si tramutava in una silenziosa città fantasma.
Ma, al contrario della volubile ed effimera mente umana, le linee geomantiche scorrono in eterno e ricordano tutto. La crescente energia elementale assume l'aspetto di uno spirito per riprodurre tutti i sogni, sia belli che brutti, di quelli che un tempo abitavano sulla Collina di Wuwang. Le linee geomantiche, senza rendersene conto, continuano a riprodurre il passato e coloro che lo hanno vissuto, come una madre che ha perso un figlio e che ora cerca disperatamente un modo per riportare indietro il tempo. Riproducono con esattezza l'aspetto di ogni abitante, il modo in cui i bambini piangevano o in cui gli anziani sospiravano durante gli ultimi anni della propria vita, e ogni momento di gioia e di tristezza. E, esattamente come la canzone ipnotica delle gigantesche creature degli abissi, involontariamente attirano a sé ogni anima nostalgica che osa passare da quelle parti.

Racconti di Jueyun: Spiriti delle montagne

Racconti di Jueyun: Spiriti delle montagne
Racconti di Jueyun: Spiriti delle montagneNameRacconti di Jueyun: Spiriti delle montagne
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Racconti di Jueyun
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DescriptionUna raccolta di storie popolari, miti e leggende di Liyue. Si legge tutta d'un fiato. Questo brano narra delle storie sui Seelie di montagna.
—Spiriti delle montagne—
Molti Seelie solitari fluttuano nelle foreste di montagna di Liyue, e puntualmente possono venire avvistati mentre aleggiano nella nebbia di montagna, tra le rovine di città antiche o nei villaggi pericolanti e fatiscenti. Se il custode di una Visione si avvicina a un Seelie, verrà guidato verso tesori nascosti da molto tempo o meccanismi ingegnosi e incomprensibili.
Il popolo di Liyue crede che vedere questi spiriti piccoli e silenziosi sia di buon auspicio. Alcuni pensano che essi siano le anime di Adepti o di dèi benevoli sconosciuti e ormai defunti, altri che siano l'eco di stranieri senza patria e che guidino i visitatori soli e persi sulla via di ritorno a casa.
Secondo un'antica leggenda dei villaggi di montagna, in un tempo precedente alla nascita degli Adepti, i Seelie che ora vagano tra le montagne vivevano in modo completamente diverso, avevano un bellissimo corpo tangibile e godevano di enorme saggezza. Si dice che l'epoca in cui i Seelie giravano per le montagne e passeggiavano nelle grandiose sale di città antichissime sia precedente persino al periodo in cui Rex Lapis combatté duramente contro innumerevoli dèi rivali.
Un giorno di quel remoto passato, l'antenato dei Seelie incontrò un viaggiatore proveniente da lontano, e i due prestarono un giuramento d'unione eterna davanti alle tre sorelle del Palazzo della Luna. Trenta giorni dopo, all'improvviso si scatenò una catastrofe. I due scapparono in esilio mentre il mondo controllava intorno a loro, ma la terribile calamità li raggiunse e s'impadronì di loro. La punizione inflitta fu crudele: sarebbero stati separati per l'eternità e i loro ricordi sarebbero stati cancellati.
Giorno dopo giorno il leggiadro Seelie dal cuore spezzato e le sorelle divennero sempre più scontrose e riservate, finché il loro meraviglioso aspetto non appassì, disseminando tra le montagne e le rovine dei frammenti del loro passato, che si tramutarono in piccole forme di vita. Avevano perso molteplici cose importanti, dimenticato tantissimi ricordi e la loro voce e la loro saggezza erano ormai scomparse, eppure continuarono a cantare le loro canzoni sofferenti. Dentro di loro c'è ancora un brandello dell'amore profondo provato per il loro compagno ormai perso da tempo, ed è per questo che guidano i viaggiatori bloccati dalla nebbia di montagna e, intanto, cercano di recuperare tra rovine deserte, toelette abbandonate e poesie ormai indecifrabili il ricordo di quella storia antica.
Ovviamente, questi non sono altro che racconti popolari grossolani e incoerenti, delle supposizioni fantasiose su come fosse Liyue in un passato remoto e precedente a Rex Lapis. Inutile dire che questi racconti non hanno alcuna credibilità. Tuttavia, la vera origine di questi spiriti malinconici che vagano per le montagne è tutt'ora oggetto di dibattiti, e su questo tema non si è mai raggiunto un accordo.

Racconti di Jueyun: Qilin

Racconti di Jueyun: Qilin
Racconti di Jueyun: QilinNameRacconti di Jueyun: Qilin
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Racconti di Jueyun
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DescriptionUna raccolta di storie popolari, miti e leggende di Liyue. Si legge tutta d'un fiato. Questo brano narra la storia condivisa dei Qilin e degli umani.
—Qilin—
Tra le varie leggende che circolano sulle montagne di Liyue, i Qilin vengono descritti come bestie illuminate, nobili e benevole. Spesso i Qilin vagano per le foreste di montagna, ma compaiono solo durante le notti dove la luce delle stelle illumina la limpida rugiada. Si nutrono soltanto di acqua di sorgente ed erbe profumate.
I Qilin sono bestie illuminate molto gentili, nelle cui vene scorrono grazia ed eleganza. Si dice che i Qilin non facciano mai del male a alcuna creatura vivente, tant'è che evitano di calpestare gli insetti o di spezzare i fili d'erba. Si crede anche che le caratteristiche, il comportamento e persino ogni movimento di un Qilin siano dettati da un galateo antichissimo e rimasto immutato per mille anni.
A seguito della barbarica Guerra degli Archon, molti Adepti non riuscirono più a vivere nel rumoroso mondo dei mortali e, di conseguenza, sotto la guida di Rex Lapis si ritirarono a vivere in isolamento nei boschetti di bambù e sulle montagne. Non si sarebbero più immischiati negli affari del mondo degli umani, anzi, si sarebbero goduti la vita nel regno delle montagne e dell'acqua e si sarebbero dedicati ai propri interessi.
Eppure, dopo aver passato mille anni a collaborare con le persone comuni, alcune bestie illuminate avevano sviluppato dei profondi legami d'amicizia con loro e decisero di compiere il volere del Signore di Geo nel mondo mortale, aiutando la società umana grazie ai loro poteri da Adepti e alla loro benevolenza. Alcuni si nascosero nei borghi di montagna, mentre altri passeggiavano tra le movimentate strade cittadine. Vissero insieme agli umani e si mescolarono con loro, lasciando al Porto di Liyue una stirpe unica.

Secondo un racconto popolare, numerosi millenni fa alcuni degli eleganti Qilin si stavano già profondamente affezionando agli esseri umani primitivi.
A detta del racconto, in quell'epoca barbara gli umani indossavano abiti fatti di fiori di loto e foglie d'alloro.
Una notte, un erborista si stava facendo il bagno in un laghetto di montagna quando notò con stupore che un Qilin di passaggio stava mangiando gli abiti che lui aveva lasciato ai margini dello specchio d'acqua. La bestia illuminata era ancora troppo giovane per capire i concetti umani di vergogna e intimità, e doveva ancora imparare come comportarsi nel mondo mortale.
Per rimediare al comportamento riprovevole che aveva avuto, pur senza spaventare quel fragile mortale mostrandogli le proprie sembianze ultraterrene d'Adepta, assunse l'aspetto di una donna e si mostrò all'erborista, mentre la pallida luna piena illuminava il laghetto.
La giovane bestia illuminata non capiva i concetti umani di vergogna e intimità e rimase immobile nella foresta di montagna, illuminata dal freddo chiaro di luna e dal bagliore delle lucciole e coperta solo dalle gocce di rugiada e dal chiaro di luna. Viaggiò insieme al mortale ignorante, passeggiando felice per campi di fiori e boschetti di bambù. Gli mostrò le dimore montane degli Adepti, gli fece da interprete con gli uccelli, dormirono insieme dolcemente udendo i versi degli insetti, sognando insieme i medesimi sogni antichi...
Alle prime luci dell'alba, l'erborista si risvegliò e notò che la nobile bestia illuminata era svanita senza lasciare alcuna traccia.

Ci sono molti pareri diversi su come la storia continui. Alcuni credono che, una notte, la Qilin abbia lasciato un cesto di bambù davanti all'ingresso della dimora dell'erborista per poi svanire nella nebbia illuminata dal chiaro di luna. Quando l'erborista aprì la porta, dentro quel cesto trovò un bambino abbandonato alle braccia di Morfeo.
Altri credono che, da quel giorno, la Qilin abbia vissuto insieme al mortale, abbia partorito dei bambini e si sia abituata allo stile di vita degli esseri umani.

Indipendentemente da quale sia la verità, le eleganti bestie illuminate camminano tuttora tra gli abitanti di Liyue, nascoste tra il mare di gente e in attesa del giorno in cui Rex Lapis le richiamerà.

Racconti di Jueyun: Giada nascosta

Racconti di Jueyun: Giada nascosta
Racconti di Jueyun: Giada nascostaNameRacconti di Jueyun: Giada nascosta
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Racconti di Jueyun
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DescriptionUna raccolta di storie popolari, miti e leggende di Liyue. Si legge tutta d'un fiato. Questo brano parla delle Rovine di Dunyu.
—Giada nascosta—
Nella valle a nord-ovest del Porto di Liyue e a sud di Nantianmen, vi sono numerose rovine antiche e silenziose.
Una di queste aree, le Rovine di Dunyu, si dice sia precedente persino alla Guerra degli Archon.
Secondo antiche leggende tramandate oralmente, "Dunyu" significa "la terra verso cui la meravigliosa giada fugge".
In un passato da tempo obliato, ossia in un'epoca in cui persino Rex Lapis non era che un giovanotto, una stella cadente finì nelle pianure desolate a ovest di Liyue che, conseguentemente alla caduta della stella, si tramutarono in una gigantesca e profonda voragine dalla quale emersero smisurate quantità di incantevole giada. È lì che vennero poi gettate le fondamenta dell'industria mineraria di Liyue, che avrebbe prosperato per mille anni.
Secondo la leggenda, durante la caduta, un frammento della stella si staccò, colpendo le rocce settentrionali di Lisha.
Com'è risaputo da molti, pur non sapendo parlare, le pietre custodiscono un'anima e uno spirito. Hanno osservato e ascoltato i battiti delle linee geomantiche, l'eco delle sorgenti alpine e il lento ma inesorabile movimento delle montagne in modi e epoche inimmaginabili per gli esseri umani.
Ma, diversamente dalle comuni e pazienti pietre della terra, i frammenti di quel meteorite erano orgogliosi e irrequieti.

Successivamente, quando innumerevoli dèi e regnanti combatterono per i seggi celestiali, e le stelle e l'abisso svanirono, le tragedie e il male tolsero il respiro agli specchi d'acqua e alle montagne. La Stella caduta non riusciva più a tollerarlo e, incurante della voragine che la pregava di rimanere, saltò in alto, verso il cielo.
Nel viaggio di ritorno verso il cielo, la giada celestiale si lasciò dietro una cavità molto profonda e al cui interno gli umani costruirono città vaste e fortezze imponenti, trovando rifugio e relegandosi nell'eredità lasciata dalla Stella caduta.
I fortini della Valle di Dunyu affrontarono a testa alta il caos e le tempeste dei millenni successivi, e fino a 500 anni fa mantennero rapporti commerciali redditizi col Porto di Liyue.
Ma la calamità nera e l'ascesa dell'Abisso hanno costretto gli abitanti di Dunyu a sigillare la città antica e a emigrare in altre terre. Nessuno sa perché abbiano deciso di chiudere i cancelli della propria patria, e neanche gli Adepti e gli Yaksha millenari hanno mai detto nulla in merito.
Fu così che le fortezze sigillate divennero imponenti tombe silenti, fatta unica eccezione per il suono dell'acqua dello stagno, e del vento che sibila nelle sale vuote. Pertanto, col tempo il popolo di Liyue iniziò a chiamare questo luogo le "Rovine di Dunyu".

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