Racconti di Via Toki

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Racconti di Via Toki (Prologo)
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Racconti di Via Toki (I)
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Racconti di Via Toki (Prologo)
Racconti di Via Toki (I)
Racconti di Via Toki (II)
Racconti di Via Toki (III)
Racconti di Via Toki (IV)
Racconti di Via Toki (V)

Racconti di Via Toki (Prologo)

Racconti di Via Toki (Prologo)
Racconti di Via Toki (Prologo)NameRacconti di Via Toki (Prologo)
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Racconti di Via Toki
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DescriptionLa leggenda narra che in passato, quando i deboli ed effimeri mortali dovevano ancora oltrepassare il mare per raggiungere queste terre, Inazuma appartenesse ai tanuki. Si dice anche che la storia dell'umanità ebbe inizio dalle assurdità di un tanuki ubriaco... Benvenuti in Via Toki, un posto dove la storia e i racconti strampalati si intrecciano.
Prologo: Storia orale di Inazuma narrata dai tanuki

Si dice che in passato, prima che i mortali fragili e dalla vita breve giungessero dal mare a queste terre, Inazuma appartenesse ai tanuki.
Pigri e capricciosi di natura, i tanuki non si preoccupavano mai del domani, né quando si coricavano portavano con sé le preoccupazioni per il giorno dopo. In quel periodo, la terra di Inazuma era un paradiso accogliente per i tanuki e ogni giorno era una festa ricca di gioie.

O almeno così dicono i tanuki anziani.

In seguito, arrivarono dal mare le kitsune, portando i tanuki a una grande guerra che durò dapprima per 800 anni e poi per altri 800, con grandi perdite per entrambe le fazioni fino a quando l'unica opzione rimasta fu negoziare una pace. I tanuki sono creature ostinate, e ancora oggi non ammettono di essere stati sconfitti, ma rimane il fatto che dovettero cedere l'immane Sakura del tuono alle kitsune.

Ma le kitsune sono a loro volta creature astute e scaltre, e parimenti abili nell'arte del mutare forma. Si narra che in quella grande guerra, come conseguenza del costante mutare d'aspetto, molte povere anime finirono per perdere del tutto l'orientamento, incapaci così di tenere traccia di chi fosse chi, e che finirono per dimenticare anche chi fossero loro stesse, cosa erano e da che parte sarebbero dovute stare.

Fu così che nacquero gli sventurati mortali. Il prodotto di youkai smarriti.

Questa e molte altre storie mi sono state raccontate dalla tengu. Ella adora vantarsi.

Racconti di Via Toki (I)

Racconti di Via Toki (I)
Racconti di Via Toki (I)NameRacconti di Via Toki (I)
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Racconti di Via Toki
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Description"I grandi tengu non sono altro che dei tremendi spacconi, soprattutto quando sono ubriachi!" — Commentario storico dei tanuki
La storia di Yoichi

Quella tengu si chiama Yoichi, e vive ad Hanamizaka in una stradina laterale chiamata via Toki. Là possiede un negozio in cui vende alcolici, conducendo un'esistenza tranquilla.

Ho detto "tranquilla", ma in realtà è un eufemismo. "Segnata dal caos più totale" sarebbe una descrizione più accurata.

In teoria, quando a qualcuno piacciono così tanto le bevande alcoliche da aprire un'attività che le vende, questo qualcuno dovrebbe essere un discreto esperto in materia. E vale tanto per gli youkai quanto per gli umani.
Ma in tutta sincerità, Yoichi ha un pessimo gusto in quanto ad alcolici e non ha alcun senso degli affari. Peggio ancora, nonostante il tanto tempo passato nel Regno degli umani, non si è mai sbarazzata delle sue orribili abitudini da tengu. Talvolta si ubriaca e pianta delle grane con altri youkai o rapisce dei bambini umani e sfila in giro per il festival per tutta la notte, seminando il caos. Altre volte piomba in un teatro, senza alcun rispetto per l'atmosfera, quindi sale sul palco come se niente fosse e inizia a picchiare l'attore principale... e così via.
Se non fosse per il suo status di anziana presso gli youkai e per le sue molte connessioni con la società umana, sospetto che Yoichi sarebbe stata eliminata da qualche eroe ai piedi di una montagna molto tempo fa.
Ma gli youkai e gli umani di via Toki la vedono in modo piuttosto diverso. Persino la Grande Gongen non l'ha mai punita seriamente, in quanto non ha mai causato seri problemi.

Sebbene sia altezzosa e trasandata per natura, in qualità di "grande youkai, ben distinta dal volgo comune" (parole sue), Yoichi non è molto legata ai beni materiali. I soldi che guadagna li spende subito per comprare qualche bevanda alcolica o romanzi della Casa editrice Yae, che sfoglia per un po' prima di defenestrare con prontezza. Pertanto, la sua dimora non è quello che si definirebbe "domestica", anzi, tutt'altro.

In parole povere, non possiede niente che abbia per lei un valore sentimentale... L'unica eccezione è il ventaglio di carta dorata che porta alla vita.

I Grandi Tengu sono una razza di mostri che viaggia alla volta di molti mondi diversi, e non è raro che portino con sé dei trofei di guerra dotati di una storia interessante. Tale è il caso anche di quel ventaglio.
In una notte rischiarata dalla luna, Yoichi, ubriaca, il colletto della camicia slacciato, iniziò a vantarsi con me di quella storia...

Disse che in uno dei tanti mondi che aveva attraversato aveva assunto la forma di un giovane arciere altezzoso, offrendo i suoi servigi a uno Shogun parimenti altezzoso. Sotto il suo comando, lei, o meglio, "lui", aveva eliminato innumerevoli avversari, inclusi panciuti samurai mortali e astuti ninja tanuki. Persino i jikininki, nonostante i loro corpi massicci, cadevano con una sola freccia scoccata dall'arco di Yoichi.

"Ahahah! Sei proprio un gran soldato! La tua vista è acuta come quella di un'aquila, proprio come la grande Tengu!"
A quell'età, il presuntuoso Shogun tendeva a ridere in modo sguaiato, che si addiceva davvero poco al suo stato.
In seguito, Yoichi rese numerosi servigi allo Shogun, uccidendo molti mostri e mortali sventurati. Inutile dire che probabilmente si inventò qualcuna di queste storie. Ma divenne davvero famosa per l'ultima battaglia combattuta in quel mondo, dove aveva ormai speso cent'anni.

In quella battaglia navale, lo Shogun e i ribelli sfidarono le tempeste per affrontare i propri nemici. I mostri erano almeno otto milioni, forse anche il doppio, mentre i samurai mortali erano decine di milioni. Non si sa quanti persero la vita, ma è certo che nel corso di quella battaglia affondarono 800.000 navi. Yoichi giunse a questo conteggio sbalorditivo con il mio aiuto, mentre vomitava un'intera bottiglia di vino dalla finestra.

Com'è tipico di molte storie su guerre combattute aspramente e bloccate in una situazione di stallo, coraggiosi eroi di entrambe le parti falciarono fila di nemici come fossero erba, tingendo il mare di rosso mentre i generali rivali si rifiutavano cocciutamente di ripiegare, preferendo restare bloccati nella propria intransigenza anziché ritirare le truppe e tornare a casa a riposare.

Finalmente, in una fredda notte baciata dalla luna, una piccola barca si allontanò lentamente dallo schieramento nemico. Una figura solitaria era in piedi sulla barca e ondeggiava come un riflesso sull'acqua. Accanto a lei, in cima a un pennone scintillante, c'era un ventaglio di carta. Sotto la luce della luna, risplendeva di un bagliore dorato.

"Grrr, ARGH... Sono furioso! Questa sfacciata provocazione non sarà tollerata!"
Lo Shogun strizzò gli occhi, vide il ventaglio dorato in lontananza e cadde preda di un'ira inarrestabile.

Yoichi non riusciva a capire perché l'autostima dello Shogun fosse così fragile, ma era troppo pigra per sforzarsi di comprendere quanto a un insignificante mortale stesse a cuore la propria dignità. In quel momento, lei... no, "lui" fissò il suo acuto sguardo da tengu sulla figura della barca.

Vide che si trattava di una donna, e una molto diversa da Yoichi.

Pochi istanti dopo, una sola freccia volò davanti alla luna, fendendo il cielo notturno.

"Ahahah, fantastico!"
Presto, le urla dello Shogun furono sommerse dalle grida di gioia dell'esercito.

"Se quei due vecchi avessero scoperto cosa avevano perso, credo si sarebbero infuriati tanto da spappolarsi la milza!"
Yoichi emise una risata saccente e dispettosa. Era ubriaca. La grande Tengu aveva negli occhi una luce abbastanza ripugnante, che non cercò di nascondere in alcun modo.

Mentre la freccia volava nel cielo, Yoichi aveva spiegato le sue ali giganti e attraversato lo stretto, prendendo con sé mentre superava in volo la barca il ventaglio di carta dorata e la bellezza disorientata che lo stringeva. Quindi la tengu aveva colto l'occasione per spingere in mare l'insopportabile Shogun sguaiato e si era allontanata dalla battaglia.
Un perfetto assalto da tengu.
È un peccato però che...
"Beh, sai cosa accadde. Era una neko. Mi fece a brandelli con le sue unghie..."
Yoichi tirò fuori la lingua e sospirò esasperata.

"Oh, giusto, è la stagione dei dentici! Prendine un po' da portare via con te."
"Mmmh? Stai a vedere che l'avara grande Tengu alla fine ha un cuore."
"Intendevo per quella donna!"
Notando lo sguardo minaccioso dell'ormai ubriaca grande Tengu, mi affrettai a prendere il dentice rimasto e me ne andai.

Racconti di Via Toki (II)

Racconti di Via Toki (II)
Racconti di Via Toki (II)NameRacconti di Via Toki (II)
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Racconti di Via Toki
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Description"Mamma mi dice sempre che una faccia carina può nascondere degli intenti ingannevoli. Se è bella come la luce della luna, dev'essere necessariamente uno spirito volpe o una strega bake-neko molto potente" — Commentario storico dei tanuki
La storia di Osen

Lasciai la casa di Yoichi e seguii la strada tortuosa per un po', quindi svoltai in una stradina per raggiungere la casa di quell'anziana signora.
Quando la notte è nera come la pece e la luna ha raggiunto la sua altezza massima, i neko si svegliano dal loro torpore.
Si dice che i neko che abbiano vissuto per centinaia o persino migliaia di anni possano assumere con facilità l'aspetto di una giovane donna, così da tentare la gente a fare cose sciocche o perseguitare i viandanti innocenti per una vendetta dispettosa. Ma queste sono tutti parti dell'immaginazione dei mortali.
In realtà, i bake-neko prendono l'aspetto di giovani donne solo quando sono furiosi. Il più delle volte preferiscono donne anziane, in parte perché rispecchia la loro natura astuta e bisbetica, ma anche perché possono sfruttare l'età avanzata per nascondersi, fingendosi anime gentili agli occhi dei poveri, ignari passanti.

"Ehi, non è mica gratis quel dentice!"
A queste parole, alzai la testa e vidi una giovane donna seduta su una gronda, come se fosse restata lì ad aspettare per un po'. Il suo volto era nascosto dalle ombre, e riuscivo solo a intravedere qualcosa che somigliava a un sorriso e la luce verde e dorata riflessa dai suoi occhi. La luce cinerea della luna scese come una cascata dalle spalle semi scoperte sul vestito, scorrendo dalle increspature sull'orlo della gonna e abbracciando le gambe lunghe e flessuose in un alone bianco come la porcellana. Stava giocherellando con una kendama che teneva in mano.

Sì, la vecchia signora era decisamente arrabbiata...

"Tsk, sei in ritardo anche stanotte."
"Sì, m-mi dispiace."

Le zanzare continuavano a sbattere contro la lanterna di carta, facendola tremolare lentamente.
Mentre la luna illuminava quella scena, si alzò un vento umido. In poco tempo, le cicale si zittirono.

Con i capelli sciolti, la donna fece girare l'arcolaio con un sorriso perverso. Era davvero inquietante.
Ora, nonostante sia un tanuki in rapporti piuttosto amichevoli con i tengu, dato che me ne sto seduto a bere insieme a loro, devo fare la massima attenzione a come mi comporto in presenza di un bake-neko. Pertanto, mi prostrai e mi scusai profusamente per la mia trasgressione.

"Non fa niente, non fa niente. Dato che il dentice è ancora fresco, puoi alzarti."
Con grande difficoltà, dato il mio tondeggiante fisico da tanuki, assunsi di nuovo una postura seduta. La giovane donna, lentamente, si trasformo nuovamente in un'anziana dal sorriso dolce ma inquietante.
"Grazie, venerabile Sen."
"Chiamami Osen!"

Che sollievo.
Ma qualcosa sembrava comunque non andare.

"Ahahah, a ogni modo, come sta quella sciocca?"
In un lampo, Osen ingollò l'intero dentice, coda compresa.

Per quanto riguarda il modo in cui il suo fato finì per legarsi a quello della grande Tengu, tali circostanze possono dirsi solo ridicole. Abbiamo già visto come andarono i fatti dal punto di vista di Yoichi, ma la bake-neko racconta una storia completamente diversa.

Osen non era nata nel nostro mondo, ma in uno in cui i mortali erano molto più spietati.
Una notte, in una foresta di bambù, la giovane Osen venne catturata da un monaco itinerante. Dopo essere passata di mano in mano, finì per essere venduta allo Shogun e divenne una sorta di "obake-neko".
La poveretta conserva ben pochi ricordi di quei giorni oltre a essersi chiesta perché i più alti ufficiali del mondo dei mortali si divertissero a darle fastidio e a giocare con lei. Ogni giorno veniva infastidita finché non si ritrovava a graffiare i suoi aguzzini, o costretta a partecipare a giochi noiosi che solo loro sembravano gradire.
La cosa proseguì così a lungo che qualsiasi persona normale sarebbe impazzita. Ma gli youkai, che hanno delle vite tanto lunghe, hanno anche molta più pazienza dei mortali.

In seguito, quando il suo Shogun e lo Shogun dei ribelli iniziarono a combattere, Osen si trasformò in una ninja.

"È qui che la storia si fa ancora più noiosa..."
Osen strinse gli occhi mentre diceva questo, lasciandosi sfuggire un grande sbadiglio che andava da orecchio a orecchio.

Nella notte in cui ebbe luogo quella battaglia navale, lo Shogun aveva ordito un piano ingegnoso...
Lo Shogun aveva ordinato a Osen di trasformarsi in una ragazza bellissima e di mettersi in piedi su una piccola barca con un ventaglio dorato per umiliare i ribelli in modo che non osassero avvicinarsi. Anche se l'avessero fatto, la bake-neko avrebbe dato loro una bella lezione.

Ma, naturalmente, Yoichi era tra le fila dei ribelli...
"Ovviamente quella sciocca all'improvviso si mise a blaterare, piena di sé, che sarebbe riuscita a centrare il ventaglio con una sola freccia."
Allora la grande Tengu...
"Scivolò e cadde, finendo nell'oceano con un bello splash."
Il volto felino della anziana non riuscì a nascondere un sorriso, scoppiando in una risata beffarda.

"Era così ubriaca quella notte, che pensava che il mare non fosse mai stato così tempestoso. Invece la luna splendeva calma e serena, e non c'era una bava di vento."
"Ma erano passate alcune centinaia di anni da quando avevo visto qualcuno di così divertente. Pertanto, per risparmiarle l'umiliazione, soffocai le risate e feci cadere il ventaglio da sola... Quindi scroscianti applausi si levarono dalla flotta ribelle. Al solo pensarci mi viene ancora da ridere..."

Dopodiché, la grande Tengu dispiegò le grandi ali e si alzò nel cielo, come una nuvola che copre la luna, gettandosi in picchiata sulla bellissima donna...
"Dopo una scarica di frecce, cadde in mare. Sembrava un porcospino. Non riuscii più a trattenermi e mi misi a ridere a crepapelle."
Ridendo sguaiatamente, Osen tirò fuori dall'acqua la povera tengu, la bloccò con una presa alla testa e la lanciò sopra entrambe le flotte, facendo perdere le staffe ad ambedue i generali.
La gente dice che superò in volo otto navi di fila, quindi sparì nella notte. Le risate della youkai felina si udirono per oltre tre giorni dopo il termine della battaglia.

"Non riuscivo a smettere di ridere, quindi la graffiai con tutta la mia forza... Ma lo stato orribile in cui versava mi fece ridere ancora di più, e più la graffiavo, più ridevo, ahahahahah..."
La neko si trasformò in una vecchia signora, sghignazzando senza freni.

"In seguito, mi portò in questo mondo e prese a trattarmi come se fossi una specie di trofeo!"
L'anziana serrò le labbra mentre il suo volto assumeva un'espressione imbronciata. Ma aveva un aspetto piuttosto comico, in quanto le sue labbra erano ancora rosse come un pomodoro, avendo riso tanto da perdere quasi il respiro.
"Non sono un trofeo!"

"Mmmh, ora che ci penso, credo sia per questo che non osa venirmi a trovare di persona."
L'anziana dai lineamenti felini e il volto da giovane donna emise un lieve sospiro, quindi tornò a sorridere, astuta.

"Faresti meglio ad andare. Lascia aperta la porta e torna con la prossima luna piena."
"E non dimenticarti di portare questo impermeabile alla nostra vecchia amica."

Racconti di Via Toki (III)

Racconti di Via Toki (III)
Racconti di Via Toki (III)NameRacconti di Via Toki (III)
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Racconti di Via Toki
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Description"Dicono che coloro che fanno piangere Ameonna si procureranno soltanto inevitabili sofferenze" — Commentario storico dei tanuki
La storia di nonna Ame

Dopo aver lasciato la casa di Osen, svoltai a sinistra, quindi a destra in una strada tortuosa che portava a un cortile umidiccio, e arrivai a casa di nonna Ame.
Nell'elegante cortile, anche il canto delle cicale si era fermato. Si udiva solo il dolce gocciolio dell'acqua nello suikinkutsu, accompagnato dal rintoccare ritmico dello shishi-odoshi.
Tanto tempo fa, sulle montagne e nelle foreste dove gli youkai potevano condurre un'esistenza pacifica, la fanciulla che sapeva trasformare la nebbia in pioggia era una buona amica dei tanuki e delle kitsune.
Naturalmente, noi youkai siamo molto diversi dai mortali. Non abbiamo problemi complicati che ci tormentano, né cose come status sociale o classe. Ma sulle montagne avvolte nella nebbia e nella pioggia, Ameonna, con la sua voce gentile, era sempre riuscita a ottenere il rispetto e la venerazione di tutti.
Tutto questo avvenne in seguito, quando tutti si erano sottomessi alla Grande Gongen. Iniziarono degli anni felici per i mortali, e gli youkai vivevano isolati in diversi luoghi o dovevano fare i conti con la distruzione e la soppressione... Fu allora che nonna Ame si trasferì in via Toki. In segno di amicizia, la kitsune del Gran Santuario di Narukami, Lady Guuji, le fece dono di questa magione.
Che tipo di perdita o sofferenza spinse Lady Guuji a prendersi particolare cura di nonna Ame? Vorrei davvero saperlo.

Fermandomi un istante nel cortile, osservai la falce della luna che ondeggiava nel laghetto, e la sua voce giunse alle mie orecchie trasportata dalla fresca brezza della notte.

"Chiedo scusa per averti fatto attendere tanto a lungo."
Quando mi voltai, vidi Ameonna accanto all'uscio. Era avvolta dalla pallida luce della luna, il suo lungo abito bianco splendeva come la rugiada, ma la sua figura giovane e snella emanava un'aura malinconica di un'era passata.

Abbassai lo sguardo e le porsi subito l'impermeabile che mi aveva dato Osen, non osando guardarla direttamente nei suoi occhi grigio chiaro.
Si dice tra i mortali che gli occhi dell'infelice Ameonna assumono la marmorea sfumatura grigio-bianca di un annegato. Coloro che osano fissare direttamente quegli occhi ricolmi di malinconia si perdono per sempre nell'incomprensibile nebbia della pioggia.
Certo, è solo una sciocca leggenda dei mortali, ma la buona educazione di "non guardare direttamente negli occhi l'infelice Ameonna" è una regola non scritta tra gli youkai.

"Grazie."
La voce di nonna Ame era dolce e gentile come sempre, come la rugiada mattutina nella nebbia.

Non mi invitò a entrare, né condivise la sua storia.
Mi diede solo una scatola in legno, ma era tutto ciò che avevo bisogno di sapere.
Quindi, mentre la luna splendeva intensa, lasciai in silenzio il cortile.

Racconti di Via Toki (IV)

Racconti di Via Toki (IV)
Racconti di Via Toki (IV)NameRacconti di Via Toki (IV)
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Racconti di Via Toki
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Description"La tristezza dei mortali risiede nella loro ignoranza, mentre gli youkai sono del tutto ignari di questa triste condizione" — Commentario storico dei tanuki
La storia di Gonbei

Gonbei ha 76 anni ed è l'unico mortale che vive in via Toki.
È stato un contadino, un samurai e un artigiano.
La scatola che avevo in mano era opera sua. La sua superficie liscia in lacca nera intarsiata di madreperla iridescente era stata realizzata con una tecnica che aveva appreso dai pescatori dell'Isola di Watatsumi.

"Grazie del tuo impegno."
L'anziano di fronte a me chinò profondamente il capo.
Anche se dentro di me pensavo che fosse questo il modo in cui i mortali dovessero comportarsi con gli youkai, provai comunque un pizzico di pietà per la sua malinconia.

Stando alle parole di Gonbei, contrariamente alla leggenda popolare, una volta era un grande amico di Ameonna, che vagava per i monti e le foreste.
Gonbei, che al tempo era un adolescente, stava cercando di portare la pioggia sui campi colpiti dalla siccità del suo paese natale. Pertanto, prestò orecchio alle parole dell'anziano del villaggio e raggiunse le montagne per chiedere l'aiuto di Ameonna.
Al tempo, nonna Ame non era più giovane ed era bene a conoscenza dei molti cambiamenti che si stavano verificando nel mondo. Ma gli esseri delle montagne e delle foreste sono sempre più semplici e ingenui dei mortali.

Mmmh, cosa accadde dopo? Il giovane Gonbei compì l'inammissibile errore di ingannare gli esseri delle montagne e delle foreste. Anche se, ancora oggi, insiste che fu tale tradimento a salvare il suo villaggio.

E il villaggio ebbe un anno di raccolti insolitamente ricchi a causa delle abbondanti piogge.
Dopo quel fatto, Gonbei, vergognandosi profondamente, evitò le montagne distanti e venne a vivere in città, restandoci per molto tempo.

"Mi dispiace così tanto." L'anziano mortale chinò il capo, ma non prese la scatola in legno.
Lasciai la sua casa prima che la luna venisse coperta da nubi scure.

Racconti di Via Toki (V)

Racconti di Via Toki (V)
Racconti di Via Toki (V)NameRacconti di Via Toki (V)
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Racconti di Via Toki
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DescriptionQuesta sezione centrale così piena di rimpianti sarà seguita da una storia più interessante?
Intermezzo

Si dice che in passato, prima che i mortali fragili e dalla vita breve giungessero dal mare a queste terre, Inazuma appartenesse ai tanuki.
Pigri e capricciosi di natura, i tanuki non si preoccupavano mai del domani, né quando si coricavano portavano con sé le preoccupazioni per il giorno dopo. In quel periodo, la terra di Inazuma era un paradiso accogliente per i tanuki e ogni giorno era una festa ricca di gioie.

O almeno così dicono i tanuki anziani.

In seguito, arrivarono dal mare le kitsune, portando i tanuki a una grande guerra che durò dapprima per 800 anni e poi per altri 800, con grandi perdite per entrambe le fazioni fino a quando l'unica opzione rimasta fu negoziare una pace. I tanuki sono creature ostinate, e ancora oggi non ammettono di essere stati sconfitti, ma rimane il fatto che dovettero cedere l'immane Sakura del tuono alle kitsune.

Ma le kitsune sono a loro volta creature astute e scaltre, e parimenti abili nell'arte del mutare forma. Si narra che in quella grande guerra, come conseguenza del costante mutare d'aspetto, molte povere anime finirono per perdere del tutto l'orientamento, incapaci così di tenere traccia di chi fosse chi, e che finirono per dimenticare anche chi fossero loro stesse, cosa erano e da che parte sarebbero dovute stare.

Fu così che nacquero gli sventurati mortali. Il prodotto di youkai smarriti.

Vagai per le strade e le viuzze tortuose, rimuginando sulle storie conservate a lungo dal clan dei tanuki.
Alla fine, non riuscii a trovare un ristorante che fosse ancora aperto.

"Immagino sia ora di tornare a casa."
Con questo pensiero, mi rimisi in piedi e mi stiracchiai di fronte alla bancarella di soba di zio kitsune.

Proprio allora, da dietro mi giunse un odore familiare...

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