Sogni infranti

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Sogni infranti: Chiaro di luna
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Sogni infranti: Vetro di cristallo
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Sogni infranti: Cuore di pietra
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Sogni infranti: Chiaro di luna
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Sogni infranti: Chiaro di luna

Sogni infranti: Chiaro di luna
Sogni infranti: Chiaro di lunaNameSogni infranti: Chiaro di luna
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Sogni infranti
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DescriptionUna raccolta di storie di fantasia incentrate su un misterioso negozio antico. Ampiamente popolare a Teyvat.
— Chiaro di luna —
La leggenda narra di un angolo della città dimenticato dal vento.
Per raggiungerlo bisogna posizionarsi davanti alla fontana, chiudere gli occhi e aspettare per trentacinque pulsazioni del cuore. Dopodiché, bisogna camminare intorno alla fontana per sette volte in senso orario e altrettante in senso antiorario. Riaprendo gli occhi, ci si ritroverà davanti a un negozietto...

————

"Permesso... C-C'è nessuno?"
Veiga chiese timidamente entrando dalla porta d'ingresso.
Mentre la porta si chiudeva dietro di lei, la campanella che vi era appesa suonò. Il tintinnio nitido e limpido squarciò la monotonia, riempiendo la stanza debolmente illuminata.
Il tenue bagliore del crepuscolo filtrava delicatamente attraverso il vetro smerigliato della vetrina, e cumuli di oggetti bizzarri riempivano ogni angolo della stanza. Veiga, preoccupata di calpestare e rompere qualcosa, si fece strada nel negozio con cautela.
Nessuno rispose.
Veiga iniziò a osservare da vicino gli oggetti che la circondavano: un misterioso componente meccanico, un'antica lira decorata, una piastrella di ceramica rotta su cui erano incisi dei simboli incomprensibili, un paio di vecchie manette ammaccate e graffiate da anni di utilizzo, una corona dimenticata un tempo appartenuta a un nobile...
A un certo punto, mentre osservava quegli oggetti apparentemente inutili, la negoziante le comparve accanto. Le pupille dei suoi occhi erano lunghe e sottili come quelle di una volpe.
"Un tempo quella zanna apparteneva a un re lupo. Escludendo gli dèi, è l'unica cosa che ancora ricorda com'era questa terra in passato: ricoperta completamente da ghiaccio e neve..."
La donna parlò con voce dolce.
"Ti do il benvenuto nel mio negozio. Hai visto qualcosa di tuo gradimento?"

"Avresti qualcosa che può aiutare una persona a... dimenticare?"
"Ma certamente."
Veiga si strinse il petto e continuò con le domande.
"A dimenticare... qualsiasi cosa? Anche qualcuno di molto... importante?"
L'espressione della negoziante dagli occhi di volpe si fece seria. Annuì e rispose:
"So che desideri dimenticare un uomo dagli occhi limpidi e cristallini come il chiaro di luna. È sparito tanto tempo fa e ha lasciato nel tuo cuore un grosso vuoto che niente riesce a riempire... Qualsiasi altro dono, per quanto lieto, ti sembra inafferrabile e fuori dalla tua portata, proprio come quel chiaro il luna."
Veiga rimase in silenzio, stupita, capace soltanto di annuire.
La negoziante dagli occhi di volpe sorrise e tirò fuori come dal nulla una bottiglia di vino.
"Questo vino ti aiuterà a dimenticare il dolore che provi."
"Tanto tempo fa, durante l'era in cui soffiavano venti gelidi, nelle profondità della terra ghiacciata i nostri antenati produssero questo vino in segreto per darsi la forza di sopravvivere. La tecnica di fermentazione da loro utilizzata venne dimenticata quando il destino delle persone si fece più roseo e loro vite più felici."
Inclinò la bottiglia avanti e indietro.
"Non ne rimane molto, ma visto che sembri essere legata a questo posto, te lo regalo. Sempre che sia ciò che desideri davvero..."
Veiga prese il calice di vino dalle mani della negoziante dagli occhi di volpe.
Probabilmente, un tempo quel calice era ornato con una pietra preziosa, ma era stata rimossa e l'unico indizio rimasto della sua esistenza era solo un incavo vuoto...

Quando Veiga riprese conoscenza, si ritrovò di fronte alla fontana.
"Mmmh... Che ci faccio qui?" si chiese. La luna splendeva in cielo, e Veiga iniziò a dirigersi verso casa a passo svelto. Il bagliore del crepuscolo era del tutto sparito, e se non fosse tornata presto a casa...
Si era dimenticata tutto di quel negozio bizzarro, dalla via per arrivarci a quanto vi era accaduto all'interno.

————

"Se n'è andata."
La negoziante dagli occhi di volpe parlò quando la porta si fu richiusa e la campanella ebbe smesso di tintinnare.
Un giovane uomo dagli occhi cristallini che splendevano come il chiaro di luna si fece avanti dal retrobottega.
"Grazie."
"Quante altre volte è già venuta?"
"Sei... No, sette. Sette volte." Il giovane uomo esitò un attimo, poi chiese: "Quel vino funziona davvero? Non è che non mi fidi di te, però..."
La negoziante fece un sorriso dal significato ambiguo.
"Chi beve questo vino dimentica il proprio dolore, ma per lei il tempo che avete passato insieme non è un ricordo doloroso. Questo vino può aiutarla solo a dimenticare temporaneamente quanto ti desideri e la sofferenza per averti perso..."
"Ogni volta che guarda il chiaro di luna, lei vede il tuo riflesso, e si ricorda di ogni cosa... Il vostro incontro durante il Ludi Harpastum; il pomeriggio passato insieme sotto l'albero di Levanteolo; il panorama visto da Capo Promessa, la volta che scappaste insieme, mano nella mano, dai festeggiamenti del solstizio d'estate; la canzone che ascoltaste e il mantello piumato che le offristi durante il raduno dei bardi erranti... Tutti ricordi da cui non vuole separarsi.
In realtà... nel negozio ho anche la bottiglia di un vino che potrebbe davvero farle dimenticare tutto. Se vuoi posso darle quello."
Guardò il giovane uomo accennando un sorriso. Lui rimase a lungo in silenzio, poi sospirò.

"Dimmi... Perché ti ostini a volerla lasciare?"
"Ah, beh... È per questo. Il motivo è quest'oggetto."
Il giovane uomo tirò fuori dal taschino un oggetto sferico fatto di cristallo. All'interno si poteva scorgere vagamente il tremolio di simboli sconosciuti.
"Mi hanno detto che chiunque riceva uno di questi è destinato a sparire da questo mondo, un giorno.
Se fosse vero, prima vado via e meglio sarà. Lei è ancora giovane: se si dimentica di me ora, avrà un sacco di tempo per rifarsi una vita."
"Bene, bene, bene..." sogghignò la negoziante. "Quindi tu sei uno dei prescelti."
"Così pare. Per caso tu... sai cosa accade ai prescelti, alla fine?"
Le chiese avidamente il giovane.
Lei si sforzò di sorridere, ma non rispose.
"Devo andare. Ora che questo oggetto mi appartiene, credo di dover continuare a fare ciò che ci si aspetta da me."
"E se lei tornerà? Cosa vuoi che faccia?"
"Penso che... dovremmo lasciare che se la cavi da sola."
"Che uomo senza cuore."

Sogni infranti: Vetro di cristallo

Sogni infranti: Vetro di cristallo
Sogni infranti: Vetro di cristalloNameSogni infranti: Vetro di cristallo
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Sogni infranti
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DescriptionUna raccolta di storie di fantasia incentrate su un misterioso negozio antico. Ampiamente popolare a Teyvat.
— Vetro di cristallo —
La leggenda narra di un angolo del porto dimenticato sia dalle rocce di montagna che dal suono delle onde che si infrangono.
Per raggiungerlo bisogna posizionarsi sotto una corrente di brezza marina, chiudere gli occhi e allontanarsi di quarantanove passi dal baccano della folla. Dopodiché, bisogna aspettare che il suono delle pulsazioni del cuore sommerga quello del brusio in sottofondo. Riaprendo gli occhi, ci si ritroverà davanti a un negozietto...

————

"Salve, c'è nessuno?" gridò Yu'an.
Aprì la porta, entrò e si fece strada nel negozio. La campanella continuò a suonare anche dopo che la porta si fu richiusa alle sue spalle.
Il flebile suono delle onde che s'infrangono si diffuse nel negozio come un ricordo distante. Dal punto in cui si trovava, fino all'altro lato del negozio lungo e angusto, erano accumulate pile di manufatti all'apparenza sconosciuti. Yu'an guardò inquieto la mole di oggetti del negozio, preoccupato che i propri abiti di seta potessero ricoprirsi di polvere potenzialmente più vecchia di lui.
Vide lanterne di carta antiche ormai ingiallite, un'enorme zanna appartenente a un qualche mostro ignoto, un frammento di Aerosiderite di un nero brillante proveniente dalle profondità dello spazio, un oggetto geometrico di un dorato opaco fatto di un materiale ignoto e costruito a tenone e mortasa...
Non appena prese in mano una bottiglietta piena di una sottile polvere cristallina, sentì la flebile voce di qualcuno che ora era al suo fianco.
"Questo sale è il residuo delle lacrime di un'Archon del passato..."
La sua voce ruppe il silenzio come una pietra infrange la superficie tranquilla di una pozza d'acqua, cogliendolo alla sprovvista. Per la sorpresa, la bottiglietta gli cadde dalla mano.
Ma non sentì mai il suono del vetro che si rompe: la negoziante, le cui pupille erano sottili come quelle di una volpe, era riuscita in qualche modo a prendere al volo la bottiglia e a riposizionarla sullo scaffale.

"Io, ecco... ehm, non ricordo chi, ma... qualcuno mi ha consigliato questo posto."
La donna confermò con un lieve cenno del capo di averlo sentito, ma la sua opinione in merito rimase ambigua.
"Ti do il benvenuto nel mio negozio. Hai visto qualcosa di tuo gradimento?"
"Sto cercando un regalo per... la ragazza che mi piace."
"Vorrei chiederle di sposarmi e mi piacerebbe accompagnare la proposta con un regalo."
Yu'an si morse nervosamente il labbro inferiore e alzò lo sguardo verso il volto della negoziante. I suoi misteriosi occhi dorati gli ricordavano il Cor Lapis.
Si guardarono a lungo senza parlare. "Molto bene." disse infine lei.

La sua sagoma slanciata sparì nei meandri del negozio.
Quando tornò, aveva in mano un oggetto che emanava un tenue bagliore iridescente. Lo esaminò meglio e scoprì che era un cristallo illuminante a dieci facce finemente tagliato.
"Immagino tu conosca la leggenda del cuore di cristallo, no?"
Non la conosceva, ma annuì comunque.
"È composto da una varietà di cosiddetti 'cristalli illuminanti'. Ne esistono delle versioni realizzate dall'uomo, ma non sono che pallide imitazioni. Un vero cristallo illuminante può rivelare i segreti del cuore di una persona, poiché esso prende forma dai desideri irrealizzati e dalla sofferenza provata da bestie illuminate di prim'ordine, quando giungono al termine della propria vita. Da' un'occhiata..."
Fece un cenno a Yu'an, indicandogli di guardare con lei le immagini che emergevano dal cristallo e che lampeggiavano debolmente.
Decine di migliaia di anni scorsero davanti ai suoi occhi: come il continuo movimento delle nuvole, vide le stelle diventare acqua e l'acqua diventare terra; la neve che si scioglie facendo posto a campi verdi; fiumi farsi strada nell'aperta campagna; le città crescere come formicai e i regni cadere come mattoncini...

...La luce del crepuscolo si affievolì. Il chiaro di luna zigzagò sulla superficie ondulata dell'oceano. Quando Yu'an riprese conoscenza, si accorse di star camminando sul molo.
Il cristallo che stringeva nella mano si era scaldato, come se del sangue scorresse al suo interno.
"È davvero un cuore di cristallo meraviglioso" pensò tra sé e sé, accelerando il passo sotto il chiaro di luna. "Ora devo solo donarglielo... e poi potrò... Dovrò..."

————

La campanella appesa alla porta tintinnò in modo nitido e chiaro.
"Ti do il benvenuto nel mio negozio. Hai visto qualcosa di tuo gradimento?"
"Vorrei scambiare questa... Beh, non so se possa essere considerata una gemma preziosa o..."
Il cristallo finemente tagliato brillò intensamente e diffuse raggi di luce per tutta la stanza.
"Me l'ha data un uomo che mi corteggia. Mi aveva detto che guardandoci dentro insieme avremmo visto cose meravigliose.
Però mi fa sentire a disagio, non so perché. È una bellissima gemma, ovviamente, ma... ogni volta che penso a lui mi viene il nervoso. Quindi mi chiedevo se questo negozio potesse prendersela."
"Capisco. Si tratta di un pregiatissimo cristallo illuminante a dieci facce. Per quanti Mora sei disposta a cederlo?"
"A dire il vero, non voglio denaro. Fammi dare un'occhiata... Questo qui è... sale? Dovrei tornare a Sal Terrae per portare i miei omaggi. Voglio solo questo in cambio della gemma, se a te va bene."

————

La negoziante dagli occhi di volpe sedeva da sola nel retrobottega, rigirando tra la mani quel cristallo geometricamente perfetto.
"Dentro di te ho visto cose spiacevoli. La vera natura di quell'uomo è incredibile e... inquietante.
Detto ciò, in fin dei conti lui non è altro che uno spregevole approfittatore, che farebbe qualsiasi cosa pur di sposare la figlia di una ricca e prestigiosa famiglia dell'industria del sale. Se non avessimo saputo questo, è possibile che si sarebbero sposati e che sarebbero stati comunque felici insieme, nonostante la loro unione non fosse nata da un sincero affetto reciproco. Dopotutto, la felicità non è altro che uno stato d'animo, l'amore non c'entra niente."
Bevve un sorso di vino con fare grazioso e sorrise beffardamente, pensando a quanto fosse vanitosa.
"Il fatto è che non tollero per niente le persone come lui.
D'altra parte, è piacevolmente semplice aprirsi a un perfetto estraneo. So che una volta uscito di qui non l'avrei più rivisto, quindi che male c'era a mostrargli un po' di verità? Anzi, stranamente, più due persone si legano, più uno dei due vorrà ottenere qualcosa e l'altro dovrà stare attento. Ma come poteva saperlo...?"

"Scusami, è stata una bella pretesa da parte mia, ma è davvero meraviglioso riaverlo indietro." Abbassò lo sguardo e continuò: "Dopotutto, questo è il cuore che hai abbandonato. Ne farò tesoro... Ma non credi che sia divertente, ogni tanto, fare un giro nel mondo e vedere come sono le persone oggigiorno?"

Sogni infranti: Zaffiro

Sogni infranti: Zaffiro
Sogni infranti: ZaffiroNameSogni infranti: Zaffiro
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Sogni infranti
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DescriptionUna raccolta di storie di fantasia incentrate su un misterioso negozio antico. Ampiamente popolare a Teyvat.
— Zaffiro —
La leggenda narra di un angolo della città dimenticato dal vento.
Per raggiungerlo bisogna posizionarsi al centro della piazza, chiudere gli occhi, camminare intorno alla piazza per sette volte in senso orario e per altrettante in senso antiorario. Dopodiché, bisogna aspettare che il vento copra il cinguettio degli uccelli. Riaprendo gli occhi, ci si ritroverà davanti a un negozietto...

————

La negoziante, le cui pupille erano sottili come quelle di una volpe, aprì la doppia porta di vetro e fece entrare il luminoso chiaro di luna, che sembrò spazzare via la polvere stellare dal cielo notturno per riversarla sul bancone.
Dai fiori appariscenti all'harpastum ricoperto di polvere, dagli antichi libri resi illeggibili dal tempo al vecchio e lungo arco ormai privo di corda, tutto sembrava assomigliare a come un tempo potevano essere gli opulenti saloni degli aristocratici al potere: rivestiti d'un argento brillante proveniente, in questo caso, dalla fredda luce del cielo notturno.

"Ehi. Come vanno gli affari, ultimamente?"
Un'alternativa tanto insolente ai normali convenevoli usati dalla maggior parte delle persone arrivò dal fondo del retrobottega.
La negoziante si girò. Un cliente abituale sedeva con disinvoltura sulla poltrona della proprietaria, nella parte del negozio dove il chiaro di luna non arrivava.

"Gli affari vanno bene. Ma a quanto pare, ultimamente devo stare attenta ai ladri."
La negoziante rispose con un lieve sorriso.
"Tutto qui? Vuoi mandare via il tuo più vecchio cliente come se niente fosse?"
L'uomo sospirò. "Nel tuo negozio non c'è niente che valga i miei soldi. Voglio dire, se proprio dovessi scegliere qualcosa..."

"Ebbene? Com'è andata la... caccia?"
"Cosa intendi? Pensi che io sia qui solo per rifilarti un altro bottino?"
Il "cacciatore" borbottò contrariato all'insinuazione della negoziante, che però continuò a sorridere.
"Ma certo che no. Quando mai ti ho sentito pronunciare la parola 'bottino' prima d'ora?
Al contrario... tutta la 'merce scambiata', i 'regali omaggio', le 'donazioni filantropiche', le 'elargizioni' che mi hai destinato negli anni con così tanta generosità ti rendono il ladro vagabondo più caritatevole di tutti, no?"

"Beh, questa volta non sono qui per questo, ma per chiederti una cosa... Quel vino. Il vino speciale che ti aiuta a dimenticare la persona che desideri."
Nonostante fosse un ladro di professione, era un cliente dal cuore valoroso. Non parlava in modo educato, ma il suo sorriso era del tutto sincero.

"Mi dispiace, ma qualcuno l'ha già comprato."
La guardò e, inspiegabilmente, teneva in mano la fiaschetta di vino che si era infilato di nascosto nel taschino poco prima.
"Ogni oggetto di questo negozio appartiene già a qualcuno. Questo vino è stato comprato da una persona che si farà viva in futuro."
"A quanto pare la tua mano è più veloce della mia. Che vergogna..."
Disse il valoroso ladro con un sorriso sofferente.
"Di recente ho scoperto che desiderare qualcuno è un carico più pesante dell'oro. Per lavoro devo sempre saltare tra un tetto e l'altro e correre tra le travi, quindi devo eliminare ogni... peso inutile.
"Mi chiedo... se la ragazza dagli occhi blu zaffiro avverta lo stesso peso."

————

All'improvviso, la campanella della porta suonò, sorprendendo la negoziante.
La cliente era un'incantatrice dagli occhi blu, altissima e snella, che teneva in mano una lancia. Le cicatrici sul suo volto dimostravano le persecuzioni subite da parte dell'aristocrazia.
Ignorò le pile di oggetti sconosciuti disseminati in giro per il negozio e marciò dritta verso il bancone, come una spada che affonda nel cuore dell'avversario.

"Ti do il benvenuto nel mio negozio. Hai visto qualcosa di tuo gradimento?"
"Avrei un oggetto da scambiare."
Il suo tono di voce sembrò freddo ma fragile, come il ghiaccio sottile quando si frantuma. Mentre parlava poggiò un enorme cristallo blu sul bancone.
"Un ladro lo ha staccato dal calice d'argento di un nobile e me ne ha fatto dono. Il mio signore mi ha punita per questo."
"È successo molti anni fa. Pensavo che col passare del tempo la mia rabbia si sarebbe placata e, con essa, il mio desiderio di rivederlo..."

"Molto bene. Quanti Mora chiedi in cambio?"
L'incantatrice indicò una credenza per stoviglie in cui si trovava il calice d'argento di un nobile a cui mancava la gemma.
La negoziante dagli occhi di volpe si rigirò il cristallo in mano e inondò la stanza della brillante luce blu riflessa sulla sua superficie.
"Capisco. Beh, se è proprio ciò che vuoi..."

Quando accadono degli imprevisti, si inizia a temere che tutto finisca con un buco nell'acqua. L'arrivo del timore crea delle crepe nella mente.
La morte segue le orme della paura, come il freddo umido che entra nelle ossa degli sprovveduti.
A molti diventa chiaro solo in punto di morte che la loro debolezza è stata colpita da conseguenze fatali, e che quindi, a un certo punto, sia stata scoperta.

La negoziante alzò il cristallo blu sotto il chiaro di luna, osservandolo attentamente coi suoi occhi volpini dalle pupille sottili. Guardò soddisfatta lo stemma della famiglia regnante che appariva e scompariva dalla vista.
Le leggende dicono che sbirciare dentro una gemma pura in un momento specifico può rivelare il passato, il futuro e finanche la vera natura di una persona. Così come che, da qualche parte nel mondo, vi è un campo di denti di leone grande quanto il mare; o che un tempo, nel cielo notturno, vi erano tre splendide lune sorelle, Aria, Sonnet e Canon, che la morte separò durante una grande catastrofe; o che è esistita una strega in grado di prevedere la morte, ma che morì col cuore spezzato, poiché colui che gliel'aveva rubato attendeva in una terra lontana, desideroso di rivederla.
Una cosa di cui era certa è che, anche se avesse abbandonato questi oggetti, le leggende a essi legate non sarebbero mai svanite e la fine delle loro storie non poteva essere cambiata.
Le sembrava quindi logico accumulare nel proprio negozio tutte le leggende e le storie di cui le arrivava notizia.

Sogni infranti: Cuore di pietra

Sogni infranti: Cuore di pietra
Sogni infranti: Cuore di pietraNameSogni infranti: Cuore di pietra
Type (Ingame)Oggetto missione
FamilyBook, Sogni infranti
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DescriptionUna raccolta di storie di fantasia incentrate su un misterioso negozio antico. Ampiamente popolare a Teyvat.
— Cuore di pietra —
La leggenda narra di un angolo del porto dimenticato sia dalle rocce di montagna che dal suono delle onde che si infrangono.
Per raggiungerlo bisogna posizionarsi sotto una corrente di brezza marina, chiudere gli occhi e allontanarsi di quarantanove passi dal baccano della folla. Dopodiché, bisogna aspettare che il silenzio si sostituisca al brusio in sottofondo, finché l'unico suono udibile non diventa quello delle pulsazioni del proprio cuore. Riaprendo gli occhi, ci si ritroverà davanti a un negozietto...

————

"C'è nessuno?" chiamò l'uomo mentre bussava alla porta. Era avvolto in un impermeabile.
Sbirciò gli oggetti in mostra nel negozio da una finestra coperta di polvere. Vide una bottiglia di luminosa polvere stellare, una lama spezzata che luccicava come il ghiaccio, un dipinto su un rotolo di carta ingiallito dal tempo, un elisir che emetteva una misteriosa aurora, una piastrella ricoperta da un sottile strato di una sostanza simile a gelatina...
Entrò nel negozio e la porta si richiuse alle sue spalle.
Camminò fino al bancone e iniziò a osservare gli oggetti bizzarri e meravigliosi esposti nel negozio. Ognuna di quelle reliquie sembrava provenire da un'epoca passata. Poi una flebile voce femminile parlò accanto a lui.
"Ti do il benvenuto nel mio negozio. Hai visto qualcosa di tuo gradimento?"

Colto alla sprovvista, si voltò verso la negoziante dagli occhi di volpe, l'origine di quella voce, che accennò un debole sorriso.
"Dunque, io... sto cercando una cosa particolare che mi aiuti a pareggiare i conti con una persona."
La voce dell'uomo era chiara e profonda, ma nel suo tono c'era un pizzico di preoccupazione che non si addiceva al suo aspetto esteriore.
"Oh! Molto bene, allora."
La negoziante annuì, osservando coi suoi dorati e scintillanti occhi da volpe il nuovo cliente avvolto dall'impermeabile fradicio.
Si chinò per cercare qualcosa in fondo alla credenza. Quando si rialzò un momento dopo, aveva in mano un pezzo grosso e magnifico di Cor Lapis.

Il Cor Lapis, che la donna teneva nella mano, brillava di una tonalità dorata scura, in modo molto simile agli occhi della negoziante stessa.
L'uomo glielo prese dalle mani per analizzarlo più da vicino. Sotto il chiaro di luna, quel Cor Lapis sembrò quasi mostrare una profonda agitazione nascosta sotto la tenue tonalità dorata.
Le mani dell'uomo continuavano a tremare.

"I Cor Lapis sono le anime delle rocce. Col passare del tempo, persino le rocce più dure e resistenti generano un'anima pura e limpida."
La voce della negoziante sembrò provenire da un luogo distante. L'uomo annuì.
"È esattamente ciò che stavo cercando."
L'uomo rispose solennemente e poggiò un sacchetto di Mora sul bancone. Poi uscì dal negozio e si avventurò sotto la pioggia di mezzanotte.

————

"E questo è quanto."
Finito di parlare, la negoziante strinse gli occhi da volpe e osservò il cliente di fronte a lei.
"Non ha detto nient'altro?"
A giudicare dall'aspetto, quell'uomo doveva essere un minatore. I suoi occhi tradirono un'impazienza che non riusciva a trattenere. La negoziante gli rispose semplicemente scuotendo la testa con calma.
"Ha lasciato un sacchetto di Mora macchiato di sangue."
La voce della negoziante era come una pozza d'acqua: calma e tranquilla, ma anche gelida.

"È esattamente ciò che stavo cercando."
Il giovane tirò un lungo sospiro. Sembrava volersi sottrarre allo sguardo dorato della negoziante dagli occhi di volpe.
"In cambio ti racconterò una storia."
La negoziante fece un cenno con la testa per invitarlo a continuare.
"Io e l'uomo con l'impermeabile... un tempo andavamo insieme a caccia di minerali in cima alle montagne. Io volevo diventare famoso, lui invece voleva solo sfamare la propria famiglia...
Durante una notte piovosa rompemmo una roccia, e al suo interno vi trovammo un grosso pezzo di Cor Lapis. La sua superficie emetteva un bagliore dorato purissimo: era una vista più mozzafiato di tutte le meraviglie dei Monti di Jueyun messe insieme...
Decidemmo che l'avremmo diviso a metà una volta tornati al Porto di Liyue. Tuttavia, quella notte, nascosto dal fragore assordante di quella pioggia torrenziale... feci in modo che la cima di quella montagna fosse il luogo del suo riposo eterno...
Temevo di non potermi fidare di lui... Non potevo fidarmi di una promessa di cui erano stati testimoni solo gli Adepti, che probabilmente neanche esistono.
Quindi... la paura mi convinse a farlo. Potevo accettare di ottenere per intero quella somma di denaro se mi fossi sporcato le mani di sangue, ma non il rischio di viaggiare con uno sconosciuto..."

"La mattina dopo calai la corda e inizia a scendere giù dalla montagna. Feci quattro passi, o forse cinque o sei... Stavo posizionando meglio il piede su una roccia quando, all'improvviso, sentii la corda tremarmi tra le mani... Quel tremore si diffuse immediatamente in ogni fibra del mio corpo...
Alzai la testa per guardare la corda, ma ormai era troppo tardi...
L'ultima cosa che ricordo di aver visto furono i fili lacerati alla fine di quella corda spezzata.
Soltanto un coltello da caccia può fare un taglio netto come quello. Ne sono sicuro."

"Così, alla fine, avete pareggiato i conti."
Il sorriso della negoziante dagli occhi di volpe era così debole da essere del tutto impercettibile.
"Lui ha preso il Cor Lapis, e tu hai preso l'intera somma di denaro."
Il giovane non disse granché in riposta.

————

Secondo le leggende, i frammenti di Cor Lapis sono le anime delle rocce: più è grande la forza vitale di una roccia, più il suo Cor Lapis riuscirà a rivelare la vera natura di qualcuno.
Quando i proprietari dei frammenti di Cor Lapis lasciano questo mondo, si dice che riescano persino a ridare forma ai loro desideri inappagati e ai loro rimpianti, in attesa che compaia qualcuno col potere di realizzarli.
O almeno, così narrano le leggende.
I due strani clienti erano ormai andati via da circa quattro ore, e la pioggia continuava a scrosciare.
La negoziante rimase a lungo a guardare fuori dalla finestra la strada buia avvolta da nebbia e pioggia.
"Ma... avranno davvero pareggiato i conti? Saranno davvero liberi, adesso?"
Sembrò porgere la domanda alla coltre di pioggia, pur sapendo che non avrebbe mai ricevuto una risposta.

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