Per cortesia, Kitsune Guuji?

	Name	Per cortesia, Kitsune Guuji?
	Type (Ingame)	Oggetto missione
	Family	Non-Codex Series, Non-Codex Lore Item
	Rarity
	Description	Una light novel famosa a Inazuma che racconta la storia della Shogun "buona a nulla" e della Kitsune Guuji "buona a tutto". Il racconto appartiene alla stessa collana di "Shogun onnipotente: Rinato come la Raiden dai poteri illimitati", ma l'autore è diverso. La popolarità, invece, è condivisa.

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"Bentornata, Shogun onnipotente!"

Dice Yae Masako, inginocchiata rispettosamente. Indossa un completo da sacerdotessa rosso e bianco; le sue morbide orecchie da volpe fremono leggermente mentre guarda all'insù.
"Sei tornata. Ti ho chiesto di aiutarci nelle ronde del territorio quasi un mese fa. Come sta andando?
Ops, non dovrei farti domande sul lavoro appena rientrata. Beh, come al solito, vuoi prima cenare o farti un bagno? O preferisci..."
"Cosa? 'Come al solito'? Non mi hai mai salutata così prima."
Alla mia risposta, la figura vestita di rosso e bianco sorride lieta e continua: "Volevo tirarti un po' su, data la faccia stanca che hai. Ora devo tornare a cucinare. Ho preparato il tuo piatto preferito: granchio al burro!"
"Evviva! Granchio al burro, il mio preferito!"

Io, la Shogun Raiden, la cui firma è la battuta "Evviva!" e il piatto preferito è il granchio al burro, ho passato la maggior parte del tempo con... uhm, diciamo che ci sono solo due tipi di persone nella mia vita: i nessuno e quella con le orecchie morbide e una vocetta irritante.
Yae Masako, Guuji del Gran Santuario di Kaminaru, discendente della stirpe delle Kitsune, serva e amica dell'Eternità... è conosciuta con fin troppi nomi per poterli ricordare tutti. Agli occhi delle genti d'Inazuma è praticamente inavvicinabile e insondabile come me.

Eppure quella stessa Yae Masako guarda con attenzione il granchio al burro mentre si cuoce.
Sì, in parole povere io, la Shogun Raiden, ho Guuji Yae Masako a farmi da balia.

Mi sono abituata a questa vita senza accorgermene.
Ogni volta che brandisco la spada, batte entusiasta le mani e dice: "Brava ragazza!" Ogni volta che cerco uno spuntino per accompagnare "Shogun onnipotente: Rinato come la Raiden dai poteri illimitati", in un attimo mi prepara sempre del delizioso tè al latte e una torta. Con cura toglie di mezzo ogni potenziale fastidio come se fosse lei a preservare l'Eternità. Per me lei è come una kitsune delle leggende che avvera ogni mio desiderio.
"Il granchio al burro è pronto! Prima di mangiare, lascia che ti chieda di nuovo delle ronde..."

Masako si gira, posando il granchio al burro fumante sul tavolo, il suo profumo ormai aleggiante nella stanza. Ma non riesco a rispondere alla sua domanda: a essere onesti, è per questo che oggi sono così giù.
Come ho detto, ci sono solo Masako e le altre persone nel mio mondo.
Tutte loro, tranne Masako, farebbero la stessa cosa quando mi vedono: s'inchinerebbero fino a terra nel modo più rispettoso e mi chiamerebbero Shogun onnipotente. Al mio allontanarmi, si raddrizzerebbero sospirando di sollievo.
Non importa se sono mogli, padri, fidanzati o fidanzate di qualcuno. Non importa se sono capi, servi o eroi. In mia presenza assumono tutti la stessa espressione, un'espressione che mostra riverenza e paura della Shogun onnipotente.
Eppure nessuno sa quanto al tempo stesso io tema i loro volti. Chi non lo farebbe? Migliaia di persone che al tuo cospetto hanno tutte le stessa espressione.

Ecco perché mi fido così tanto di Masako.
Ecco perché non posso non accontentarla. Anche se non ce la facessi, andrei comunque a lavorare se fosse lei a chiedermelo.
A essere sinceri, non so come comportarmi con quei volti identici. Non voglio e non posso. Finché riesco a evitare di incrociare il loro sguardo, non m'interessa essere chiamata una Shogun perdente.
Eppure, nonostante non m'importi, non riesco ad affrontare le domande di Masako.
"Perché sei così silenziosa, Shogun onnipotente? È forse perché... non hai fatto nulla prima di tornare al Tenshukaku?" Non c'era traccia di rimprovero nella voce di Masako, ma mi ha comunque fatto vergognare ancora di più.
"Va bene, allora. Anche il riposo è importante. Ho altre faccende da sbrigare, quindi perdonami. Gustati pure il granchio". Masako si gira e se ne va.

Ma oggi il granchio al burro... non sa di nulla.
Scoprirò presto il perché.
La Shogun onnipotente è invincibile, ma l'invincibile Shogun onnipotente può essere sconfitta da un raffreddore.
Non molto tempo dopo aver mangiato il granchio al burro, sono crollata sul letto con un brutto mal di testa. Il dolore non è nulla, c'è qualcosa di più grave.
In qualsiasi altro giorno avrei potuto appoggiare la testa sulle gambe di Masako e addormentarmi ascoltandola cantare.
Ma oggi Masako non c'è. La mia camera è gelida, ma la mia fronte è in fiamme. Questa volta non c'è nessuno seduto accanto a me.

Ha le sue faccende da sbrigare. Non è solo la mia kitsune, ma anche la Guuji del santuario.
Forse adesso è molto arrabbiata, o forse si sta chiedendo se vale la pena impegnarsi così tanto con la Shogun che dice sempre "Evviva!"
Mentre rifletto su questo, mi addormento.

Sogno Masako col suo solito sorriso e una tazza di tè in mano.
"Ti ho preparato questa bevanda chiamata Asteria arcobaleno. Sono appena stata a Ritou e ho comprato dei gigli di calla di Mondstadt. Se li mischi con la menta puoi preparare questa bevanda in grado di curare il tuo raffreddore. Bevila ora."
Forse è perché sto sognando, ma non ho la forza di alzarmi.
"Ah, sembra che tu non riesca a tirarti su. Lascia che ti aiuti". Mi fa bere l'Asteria arcobaleno in un modo che non avrei mai osato immaginare.
Mi sveglio di soprassalto, con la testa ancora scossa dallo shock della scena appena vissuta. Probabilmente Masako è ancora arrabbiata con me per aver battuto la fiacca.

Però... perché sento una certa dolcezza agli angoli della bocca?